Non riuscirei a descrivere adeguatamente quale effetto ebbe su di me la serie televisiva di fantascienza italo – britannica Spazio 1999, specie la prima serie, girata e andata in onda a metà degli anni 70.
Al pari di altri, rimanevo magnetizzato, tra le molte cose, dalle Aquila, le astronavi ideate per la serie. Nella realtà erano modellini di metallo e plastica da 112 cm di lunghezza, le più grandi, o in altra scala (Quanto è grande un’Aquila?).
Impressionanti erano anche gli interni di quelle astronavi di scena. In particolare la cabina di pilotaggio di cui, credo, milioni di ragazzini di allora sognavano di starvi veramente alla cloche.

La scenografia della cabina di pilotaggio delle Aquila durante una pausa di ‘Fiocco azzurro su Alfa’. Notare i sedili con poggiatesta e le cloche.
Grazie all’edizione in Blu-ray, ossia ad alta definizione, è possibile osservare e apprezzare come quella scenografia fosse stata realizzata con cura tecnologica per l’epoca ma perfino, oserei dire, per la nostra a 40 anni di distanza.

La complicatissima plancia di comando e i pannelli delle Aquile. Notare anche l’estintore.

Alan Carter (l’attore australiano Nick Tate) al posto del co-pilota. Notare la complessità tecnica dei pannelli laterali.
La strumentazione di un’Aquila è formata da oltre 150 pulsanti e interruttori frontali più altri 300 sul pannelli laterali. Nelle vere capsule Apollo delle missioni lunari gli elementi di controllo erano 380 mentre nelle attuali Soyuz russe della classe TMA i pulsanti sono 160.
Sulle Aquile si trovano in generale due tipi d’interruttori: tasti a sfioramento con luce bianca, blu, rossa, gialla, arancione o verde e interruttori a pulsante, bianchi o neri spesso etichettati con numeri o lettere latine, greche o cirilliche. Anche se nei primi episodi molti pulsanti erano “anonimi”. Esistiono numerosi altri “strumenti” di segnalazione di varia grafia: tastiere e pulsantiere, innumerevoli spie luminose fisse o intermittenti. I pulsanti di vario tipo emettono tutti un “beep” quando premuti.
I pulsanti sui pannelli sono spesso compresi da strisce colorate o inclusi in una cornice indicando che fanno parte del medesimo gruppo funzionale. Incorporati nella console anche i monitor da 10 pollici delle video comunicazioni.

Il comandante John Koenig (l’attore americano Martin Landau) al posto di pilotaggio in una situazione ‘delicata’ visto che indossa la tuta spaziale e la cintura di sicurezza a 4 punti di tipo aeronautico.

Aquila cargo si appresta ad agganciare l’aquila precipitata dopo che gli occupanti sono stati soccorsi.
La scenografia di Spazio 1999 era più verosimili e affidabile di quella delle missioni Nasa sulla Luna del medesimo periodo. Ed è tutto dire rispetto alla improbabilità di Star Trek.
Il capo degli effetti speciali della serie, Brian Johnson, ricevette all’epoca la visita di George Lucas, che era rimasto molto impresso dai suoi lavori per Spazio 1999, in preparazione di Guerre Stellari.
Le Aquila, a mio avviso, sono senza dubbio la migliore navicella spaziale fittizia mai ideata.