ROMA (WSI) – Aumento della pressione fiscale in Italia, rispetto alle stime. Nel 2015, stando ai dati resi noti dall’ l’Istat, la pressione fiscale è scesa al 43,5%, in calo di 0,1 punti su base annua ma, rispetto alla stima precedente, la stessa ha segnato un rialzo di 0,2 punti: lo stesso istituto ha spiegato che la correzione è dovuta alle operazioni con cui alla fine, a discapito dei risparmiatori, sono state salvate dal crac imminente le quattro banche Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti, Banca Marche.
Come ha pesato il decreto salva banche sul fisco italiano? Secondo l’Istat, la correlazione si spiega con il fatto che le risorse che sono confluite nel Fondo Nazionale di Risoluzione da parte delle banche italiane (per un valore di 2,3 miliardi di euro circa) sono state registrate nell’ambito delle imposte indirette (nello specifico “altre imposte sulla produzione”), e i fondi che il Fondo ha trasferito al fine di coprire le perdite delle banche commissariate (pari a circa 1,7 miliardi) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale. ( http://www.wallstreetitalia.com/ )
Esempio chiarissimo di come ciò che scrivono i media è tutto artefatto. Prima hanno salvato i posti di lavoro (e i sostanziosi emolumenti e bonus) a bancari e banchieri, ora dicono che, per risarcire i risparmiatori truffati, bisogna innalzare la pressione fiscale su tutti i contribuenti.
Non è magico? La sola operazione di recupero e rieducazione degli immigrati clandestini costa 5 miliardi di euro annui, il doppio di ciò che servirebbe per restituire i soldi ai cittadini defraudati.
Inoltre, le banche possono contabilizzare tutti i denari che vogliono (facendoseli “prestare” dalla BCE che li crea dal nulla semplicemente pigiando tasti), quindi tutta l’operazione del salva-banche è stata una burla.
Ciò rafforza una mia impressione che vi avevo già esternato. Per me, lo hanno fatto per invogliare gli italiani a spendere nonostante la crisi, da noi non c’è ancora la mentalità americana (che vorrebbero imporci) di spendere tutto ciò che si possiede ancora prima di averlo guadagnato. Probabilmente, si sono accorti che l’indole di un popolo non la si cambia da una settimana all’altra. Da noi, la gente spende ancora di meno, se terrorizzata dall’idea di vedersi volatilizzare i risparmi faticosamente accumulati. Sono ritornati sui loro passi restituendo il maltolto. Speriamo che questi bastardi almeno lo facciano per una volta.