A quanto pare andrà proprio così, i cinesi saranno i primi a sbarcare sul lato lontano della Luna. I dettagli dell’annunciata missione Chang’e 4 stanno prendendo forma quest’anno concretizzando i programmi.
Più volte abbiamo accennato a Chang’e 4, una versione aggiornata del lander e del rover Chang’e 3 allunati con successo a dicembre 2013, che dovrebbero visitare il lato nascosto del nostro satellite.
In accordo con una press release del 12 giugno 2016 rilasciata del China National Space Administration (CNSA), tra la fine maggio ed i primi di giugno 2018 un satellite per le comunicazioni (che, strano, ma utilizzerà protocolli internazionali CCSDS!), basato sul design di Chang’e 2, verrà lanciato e raggiungerà il punto di Lagrange L2 del sistema Terra – Luna, da dove sarà in grado di vedere sia il sito di atterraggio che la Terra. L2 non è una novità per i cinesi: nell’ambito di una missione dimostrativa il modulo di servizio Chang’e 5-T1 lo aveva raggiunto il 28 novembre 2014 rimanendovi fino al 4 gennaio 2015.
Il lander ed il rover Chang’e 4 seguiranno il satellite circa sei mesi più tardi.
Tuttavia, sulle date di inizio missione c’è qualche discordanza. Un articolo pubblicato su Acta Astronautica, “A Chang’e-4 mission concept and vision of future Chinese lunar exploration activities“, citato da Emily Lakdawalla nel suo blog, sposta la partenza del satellite alla fine del 2018 e quella del lander e rover entro la metà del 2019.
Come si vociferava, ad interessare gli scienziati dovrebbe essere il bacino Polo Sud-Aitken, il più grande cratere meteoritico conosciuto nel Sistema Solare che, con i suoi 2.500 chilometri di larghezza e 13 chilometri di profondità, potrebbe mostrare materiale esposto del mantello e della crosta lunare svelando la storia della sua formazione.
“Per lo sbarco, abbiamo scelto il lato lontano della Luna vicino al bacino Polo Sud-Aitken perché è di interesse internazionale”, cita il report.
In particolare, il candidato più probabile sembra il cratere Apollo ma nella carte di Wang e Liu vengono citati anche il mare Moscoviense, Orientale, Ingenii ed Australe.
Possibili siti di atterraggio della missione cinese Chang’e 4 (il Bacino Polo Sud-Aitken è la zona scura).
Crediti: Ivica Stošić / Jens Beyer / JAXA / Emily Lakdawalla / Elisabetta Bonora
A grandi linee, secondo la pres release CNSA, i media ed il documento di Wang e Liu, la strumentazione scientifica dovrebbe includere:
Satellite per le comunicazioni
Lander
- una fotocamera di discesa e topografia (come Chang’e 3)
- un Lunar Dust Analyser (LDA), per le misurare caratteristiche fisiche della polvere lunare
- un Electric Field Analyser (EFA), per misurare intensità di campo elettrico
- un Plasma and Magnetic Field Observation Package (PMFOP)
- un Lunar Seismometer (LS), per la struttura lunare interna e gli impatti
- un VLF Radio Interferometer (VRI), per osservazioni astroniche
- un Lunar Lander Neutron Dosimetry (LND), fornito dalla Germania
Rover
- una macchina fotografica panoramica, un radar di profondità e uno spettrometro a raggi infrarossi, come il rover Yutu della missione Chang’e 3 ma, a differenza di questo, sarà privo di braccio robotico e quindi di spettrometro alpha-particle X-ray (APXS). Una scelta curiosa per una missione che si pone come obiettivo primario lo “studio della geochimica regionale”!
- un Active Source Hammer (ASH), per esperimenti sismici
- un VLF Radio Receiver (VRR)
- un Advanced Small Analyzer for Neutrals (ASAN), fornito dalla Svezia
In più, due strumenti saranno selezionati a seguito di un concorso pubblico, di cui avevo scritto all’inizio di quest’anno.