Adele Puglisi, 50 anni, è di Catania e lavorava in Bangladesh per il gruppo di Grandate. Le forze speciali del Bangladesh nella notte hanno assaltato il bar-ristorante dove erano asserragliati i militanti dell’Isis. Non si hanno notizie di un decimo italiano
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La Farnesina ha comunicato ufficialmente i nomi delle nove vittime italiane.
Adele Puglisi, 54 anni, di Catania, è una manager della Artsana, il gruppo di Grandate. La notizia è rimbalzata anche a Como in queste ore attraverso internet e whatsapp. I familiari non avevano notizie di lei da due giorni. Adele Puglisi stava per rientrare a casa.
Probabilmente la cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire dal Bangladesh per la Sicilia.
Il suo rientro a Catania era previsto tra stasera e domani, e suo fratello e i suoi amici si stavano organizzando per accoglierla.
«La vedevamo 20 giorni l’anno, era sempre in giro per il mondo per il suo lavoro». Così un vicino di casa parla di Adele Puglisi, manager per il controllo della qualità per la Artsana, tra le vittime della strage di Dacca. Non era sposata e non aveva figli. Abitava in un antico palazzo di una stretta via nello storico rione del Fortino a Catania, dove sarebbe dovuta ritornare nei prossimi giorni. «Era una donna riservata e cortese – afferma affacciato da un balcone un dirimpettaio – la conoscevo da anni, ma qui c’era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata all’estero per lavoro».
Le altre vittime sono Claudio Cappelli, 45 anni, di Vedano al Lambro (Monza), Maria Riboli, 33 anni di Solza (Bergamo), Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore di Feletto Umberto (Udine), sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro. L’altro friulano è Marco Tondat, un giovane imprenditore nel settore tessile, di Cordovado (Udine). A Dacca è morta anche l’imprenditrice di Viterbo Nadia Benedetti. Lavorava nel settore tessile e nel settore dell’abbigliamento e ha un’impresa in Bangladesh. Le altre vittime: Claudia D’Antona, 56 anni, torinese, moglie di Gianni Boschetti l’unico connazionale che è riuscito a fuggire prima della strage. Gli altri morti italiani sono Simona Monti, 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti), incinta di poche settimane e Vincenzo D’Allestro, (nato in Svizzera e residente a Acerra, Napoli)
Un decimo cittadino italiano manca ancora all’appello dopo l’attentato in Bangladesh. «Per ora non risulta tra i cadaveri identificati all’obitorio militare di Dacca», ha riferito il ministro Paolo Gentiloni. «Le vittime sono una ventina e questa persona non c’è. Può essere che sia tra i feriti o che sia irreperibile. Ci lavoreremo. Siamo in contatto con i familiari». ( http://www.laprovinciadisondrio.it/ )
I soliti sospetti.In comune costoro hanno il fatto di essere tutti “imprenditori e manager”. Che ci facevano in Bengladesh? Al solito qualcosa non torna anche in questo caso. Equamente distribuiti su tutto il territorio della penisola come si conviene al politicamente corretto.
Secondo me, è gente nei guai con la giustizia ed Equitalia cui è stata offerta una grossa somma di denaro per stipulare contratti vantaggiosi laggiù. Poi, se li abbiano ammazzati o meno, non saprei. Credo di no, al pari della Solesin e altri. Gli cambieranno nome creandogli una nuova identità. E i boccaloni crederanno al “terrorismo islamico”. Gli italiani nel locale, 9 morti. Anche la numerologia indica che si tratta di un evento inscenato. Per la motivazione, mi rifaccio al post precedente.
ADDENDUM Ma scusate, la sorella della vittima di Torino parla della sorella, della cui morte aveva avuto conferma da due ore (lo dice lei) ma mostra una calma come se l’omicidio fosse avvenuto 10 anni fa:
http://www.lastampa.it/2016/07/02/cronaca/c-anche-una-torinese-fra-le-vittime-di-dacca-claudia-dantona-bhe1TB2f8Kn0PEzopBPpoL/pagina.html