Buonasera.
Di fronte ad un’informazione che difficilmente altrove riuscirei a trovare e a qualcuno che si è dimostrato veramente aperto al dialogo, vorrei condividere una riflessione circa le recentissime vicissitudini riguardo al governo e Mattarella. In linea con l’informazione proposta su questo blog, si tratta di una posizione non connotata ideologicamente, ma supportata da fatti e conoscenze. A scriverla è stata una mia collega, studentessa giovane ma molto ben informata e anche lei lettrice del vostro blog. Senza alcuna pretesa, pensiamo che potrebbe dare qualche spunto interessante, mostrando due aspetti della questione non sempre evidenti ma determinanti per inquadrare il tutto.
Non si tratta di posizioni estreme o complotti è una realtà scritto nello stesso assetto costituzionale italiano e nell’assetto europeo Dunque senza ulteriori indugi, ecco il testo. Grazie.
ps. ci terremo alla privacy del nome e mail, perché anche senza social, timorosi dell’Internet.
rif. discorso Matterella 27 Maggio 2018
Mattarella ha agito nei suoi poteri, ha seguito la procedura, ha fornito le sue motivazioni, che non possono essere impugnate né a livello politico né della pubblica opinione. Questo non toglie importanza e non scredita totalmente la fondatezza delle reazioni avverse, che però non hanno alcun valore istituzionale né politico, ma un importantissimo valore civico e sociale.
prendendo atto che quanto accaduto su un piano giuridico e politico sia del tutto legittimo- questa rappresenta un’importante occasione per mettere in evidenza una caratteristica fondamentale propria di ciascun sistema (dunque anche politico): la tendenza ad auto-conservarsi.
risulta necessario prendere coscienza di questo concetto per via dell’inevitabile legame e vincolo che costituisce per la democrazia stessa.
Chiunque per dovere professionale o per senso civile, con appositi supporti, abbia avuto modo di studiare e comprendere i meccanismi che sottendono l’intero impianto costituzionale, si sarà reso conto di come ci siano sparsi qua e là alcuni limiti specifici, con rifermento a certi istituti e certi meccanismi, che da un certo punto di vista rendono quegli stessi istituti e meccanismi intangibili dalla democrazia e di conseguenza determinano una sospensione della “sacralità” del voto e della volontà dei cittadini italiani a favore di un interesse generale o della Repubblica stessa. Se nel primo caso, ci può (o ci dovrebbe) essere un dibattito politico filtrato dalle forze politiche in carica, nel secondo caso nulla può la democrazia. Lo Stato dispone di strumenti per tutelare la sua stessa esistenza e se ne è servita in numerose occasioni. La ragione per cui esistano queste misure possono in parte essere ricercate nel contesto storico che vide assemblarsi la costituzione (post-ventennio fascista e Seconda Guerra Mondiale) e in parte sono connaturali all’esistenza di una qualsivoglia formazione sociale. Se bastasse un atto qualsiasi a stabilire la fine di un complesso giuridico quale uno stato, chiunque potrebbe fare un colpo di stato e proclamare una fantomatica “Repubblica delle Banane”. La Costituzione prima di un atto fondamentale a tutela di certi diritti in capo ai cittadini della Repubblica italiana, è l’atto di costituzione della stessa Repubblica Italiana e quello che in essa vi è scritto, esiste solo e soltanto se esiste la Repubblica Italiana. In quest’ottica non sorprende come ogni misura, per quanto sia portatrice e protettrice dell’interesse degli italiani e espressione della volontà degli stessi, se contraria all’esistenza della Repubblica Italiana, necessariamente risulterà essere incostituzionale. L’esempio potrebbe essere, senza spingersi troppo oltre, l’eventualità in cui si voglia modificare la forma di Stato e di Governo della Repubblica italiana, in seguito ad un ampia maggioranza politica, un ampio consenso popolare e le migliori intenzioni nel concepire questo cambiamento. Nonostante la situazione di perfetto accordo, questo non sarebbe possibile secondo quanto previsto dalla Costituzione, secondo i meccanismi in essa contenuti. La costituzione e gran parte del diritto pubblico e degli enti regionali sono vincolati all’esistenza della stessa Repubblica, mentre il diritto privato gode di una maggiore se non totale autonomia rispetto allo stessa Repubblica, basti pensare alle cc emanato in epoca fascista e per molti verso rimasto invariato.
nel caso in specie, la nomina del governo e poi quello che sarà il governo stesso non sono in alcun modo da considerare come il risultato dell’espressione della volontà popolare, l’unico e fondamentale organo a tutela e espressione dei cittadini è il Parlamento, che nel tempo si è visto spogliato di alcune sue prerogative fondamentali (decreti legge d’emergenza e disposizioni europee).
Nel considerare il caso in concreto sarebbe come chiudere gli occhi dinanzi alla realtà se non si considerasse il ruolo fondamentale svolto in questo senso dal UE. Essa stessa rappresenta un limite, forse per certi versi, ancora più grande della Repubblica, di fronte alla libera volontà dei consociati.
Per come è stata strutturata e concepita, UE è anzitutto una federazione economico-politica e un fonte sovranazionale per l’ordinamento italiano. L’idea dell’UE dei valori e i benefici culturali – alcuni degli aspetti più positivi derivanti dalla libera circolazione – sono solo una conseguenza di decisioni prese a favore di una interconnessione dei mercati su scala europea. Questoè l’UE, questo è il punto di vista adottato da tutte le sue misure e dai suoi operatori, al suo interno non esistono altre componenti.
in merito alla questione del Presidente della Repubblica, l UE ha avuto evidentemente un ruolo, anche se personalmente, potrebbe essere che, in parte, il famoso contratto del governo 5s lega fosse nato già “malato” e dall’altra parte fosse già stato pensato di attuare un “governo neutrale”, di fronte a qualsiasi proposta pervenuta. Resta fermo il punto che, nonostante gli ormai pervasivi vincoli europei sullo stato italiano a tutti i livelli e esistenti da molti anni, con un enorme sforzo politico e con il supporto di una cittadinanza consapevole e attiva, si può valutare l’uscita dall’UE.
Queste riflessioni a caldo, sono state scritte, senza alcuna pretesa ideologica è materiale originale* ed è stato scritto da una studentessa di Giurisprudenza, senza alcuna pretesa di verità.
Lettera Firmata