Il 6 agosto il rover Curiosity atterrerà su Marte con una procedura lunga 7 minuti. Si tratta di un’operazione complessa perché la sonda pesa 900 kg rimpinzata com’è di strumenti.
Copio e incollo la sequenza di discesa come riportata dal Sole 24ore (°):
In poche parole, il Rover affronterà la rarefatta atmosfera marziana racchiuso dentro al suo guscio, dove in quattro minuti la velocità passerà da 5,7 a 0,4 chilometri al secondo. A quel punto, potrà entrare in funzione il paracadute, rallentando ancora il proiettile terrestre da 10 chilometri d’altezza fino a 3,7: dopodiché, guscio e paracadute si staccano. L’ultima fase di frenata tocca ai quattro razzi laterali. Fino all’ultimo capolavoro mai tentato prima: il sistema-motore si stacca, lasciando appeso Curiosity a una specie di cordone ombelicale che lo appoggia per terra. Due secondi dopo, il rover conferma l’atterraggio e scoppiano le ultime cariche esplosive per far volare via la struttura superiore e il cordone.
Se le cose andranno veramente così, Curiosity – il cui nome ufficiale è Mars Science Laboratory – raggiungerà Marte in grado di tramettere alla Terra tutto quello che avete sempre voluto sapere sul pianeta rosso. Viceversa, sarà il silenzio assoluto. Quei sette lunghi minuti, prima di ricevere il segnale radio che dice «sono vivo», sono un capolavoro drammaturgico. Hollywood non avrebbe saputo fare di meglio.
Sembra tutto molto bello, non trovate?
Ma c’è un ma grande come una casa, anzi come un pianeta. Che tutto ciò non può avvenire perché l’atmosfera di Marte è troppo rarefatta per rallentare con un paracadute un oggetto di quasi una tonnellata.
Secondo Wikipedia (*) la pressione media marziana sarebbe attorno ai 600 pascal figuriamoci in quota a 10 km di altitudine. Tanto che l’atmosfera di Marte è considerata fisiologicamente un vuoto. Nessun paracadute è in grado di funzionare con quella tenuissima pressione. Inoltre il resto della sequenza di eventi è talmente complesso da apparire inverosimile. Si tratta, con tutta probabilità, di una messa in scena cinematografica e non è un caso che l’articolo faccia continuamente riferimento a Hollywood, notatelo.
Dobbiamo la scoperta del “paracadute impossibile” su Marte a Ralph Rene’ compianto ultimo scettico della scienza autore, oltre di Last Skeptic of Science, di Nasa Mooned America.
(*) http://en.wikipedia.org/wiki/Atmosphere_of_Mars
(°) http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-07-27/terramarte-minuti-paura-205413.shtml?uuid=AbvkJDFG