La proprietà immobiliare ai livelli minimi in USA negli ultimi 20 anni

A dispetto delle statistiche sul PIL e dei sorrisi a 32 denti di Obama, la situazione economica degli Stati Uniti è in peggioramento. Lo dimostra il dato sulla proprietà della casa al livello più basso degli ultimi due decenni. Solamente il 64% degli americani possiede la casa in cui abita, dato mai riscontrato dal 1994.
La proprietà immobiliare aveva toccato un picco massimo nel 2004 col 69,4% ed era al 64,3% prima delle ultime rilevazioni a fine 2014, secondo l’Ufficio Statistico Federale.
Di pari passo, aumenta la percentuale degli sbandati. La “condizione di barbone”, come ho tradotto la parola homelessness nello scrivere LA PENNA PIÙ VELOCE DEL WEST, è una situazione cronica, sebbene negli Stati Uniti, come ho descritto nel libro, sia relativamente facile procurarsi un riparo gratuito o a prezzo accessibile.
In aggiunta al quadro negativo, l’acquisto della prima casa ha raggiunto il punto più basso degli ultimi 30 anni.
Il 73% degli americani di razza bianca è proprietario della casa in cui risiede. Tale percentuale scende al 43% per gli afroamericani e al 46% per gli ispanici.
Vi è una ragione principale per questa disparità razziale. Le famiglie bianche dispongono di una ricchezza 13 volte superiore a quelle di colore e 10 volte superiore a quelle “latine” secondo il Pew Research Center. In confronto, la ricchezza dei bianchi era di nove volte quella ispanica e otto volte quella dei neri solo nel 2010. Il drammatico allargamento della forbice è imputabile essenzialmente alla crisi dei subprime, iniziata nel 2008, che ha sottratto caterve di case alle famiglie economicamente più fragili, perlopiù rappresentate da non-bianchi.
Causa la crescente americanizzazione dell’Europa occidentale, lo potete constatare di persona, il disagio abitativo sta incrementando vistosamente anche nel Vecchio Continente. Meglio che lo sappiate per tempo.

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Homelessness in America